DONNE (NON PIU’) ACROBATE: COME DELEGARE COMPITI E RESPONSABILITA’

DONNE (NON PIU’) ACROBATE: COME DELEGARE COMPITI E RESPONSABILITA’

Nelle famiglie italiane c’è ancora poca condivisione dei carichi domestici. Oltre al lavoro retribuito fuori casa, le donne dedicano il resto del tempo (una media di 5 ore al giorno) alla cura della casa, dei figli, dei genitori anziani: il triplo degli uomini, che impegnano solo un’ora e 50.

Per giungere ad una maggiore parità, anche tra le mura domestiche, è necessario ripensare all’organizzazione familiare. La tentazione delle donne è spesso quella di farsi carico di tutte le incombenze di casa, ma questo conduce spesso ad un progressivo esaurimento di forze ed energie che fanno aumentare i livelli di stress e la sensazione di inadeguatezza. Una strategia vincente è quella di delegare e ridistribuire i compiti fra tutti i componenti della famiglia.

Cosa vuol dire delegare?

C’è, infatti, una grande differenza tra delegare e distribuire i compiti ed è fondamentale conoscere la differenza.
Nella distribuzione di un lavoro, c’è una supervisione e si lascia un po’ di iniziativa all’altro, ma non ci si libera veramente del compito. Per esempio si può chiedere al proprio compagno: ‘Potresti fare il bucato tu oggi? Tu farai questo e io mi occuperò di piegare la biancheria questa sera…’. L’obiettivo è quello, a breve termine, di ingaggiare l’altro laddove si pensa di non poter arrivare in quella giornata.

Delegare, invece, è trasferire l’autorità e la responsabilità di una persona all’altra, per assegnare un compito specifico e la preoccupazione collegata a quel lavoro. Quando si delega, quindi, si pianifica nel lungo periodo e ci si libera di un lavoro, dando all’altro la responsabilità completa di un determinato impegno. Si deciderà, ad esempio, che sarà l’altro ad occuparsi del bucato: sarà lui a decidere quando farlo e sarà sua la preoccupazione che non si accumuli troppa biancheria sporca.

Sembra facile…

Delegare non è una cosa facile e si possono incontrare una serie di difficoltà che possono mandare a monte l’intero processo.
Alcuni ostacoli tipici di chi delega sono ad esempio: pensare di poter fare meglio il lavoro, non concedere abbastanza fiducia, ritenere che i lavori siano troppo importanti per delegarli e, non ultimo, sentirsi in colpa per non riuscire ad arrivare dappertutto e vivere la delega come un fallimento personale.

Ci possono poi essere ostacoli che pervengono dagli altri: il rifiuto con il pretesto che non hanno tempo o che non sono capaci, la mancanza di interesse e lo scarso coinvolgimento.
Per superare questi blocchi è fondamentale rimanere ben concentrate sull’obiettivo: riuscire a liberarsi dalla preoccupazione costante che accompagna le donne durante tutta la giornata.

Le tappe di un buon processo di delega

1) Definire quali sono i lavori prioritari, indispensabili (che bisogna assolutamente fare, senza posticiparli, con regolarità) e le cose secondarie (che possono attendere).

2) Decidere quali fra le attività prioritarie (che non richiedono la vostra presenza) possono essere delegate.

3) Analizzare le abilità e le disponibilità dei componenti della famiglia (padre, madre, bambini ecc.) per sapere chi può effettuare i diversi lavori (attenzione alle deleghe sessiste). Si può valutare di delegare alcune incombenze all’esterno (un aiuto nelle pulizie, farsi portare la spesa a casa…)

3) Negoziare con gli altri: nel momento in cui si decide chi farà cosa, è necessario informare l’altro sulle risorse disponibili e sulle modalità con cui è possibile portare a termine il compito. Si può quindi suggerire un metodo di lavoro, lasciando però all’altro la libertà di trovare e scegliere un suo metodo, accettando il fatto che ognuno non lavori nel medesimo modo.

4) Controllare e valutare: soprattutto inizialmente è fondamentale verificare di aver ben delegato e se gli altri hanno realizzato bene i lavori assegnati. Nel caso ci siano degli intoppi, è molto importante non scoraggiarsi e ripartire dal punto 1, analizzando cosa non ha funzionato.

Piccole strategie ed errori da evitare

Ci sono una serie di comportamenti positivi che possono favorire il processo di delega:

Incoraggiare l’altro quando i lavori sono ben fatti.

Segnalare gli errori e suggerire le alternative.

Rispiegare pazientemente una cosa da fare, un lavoro.

Non intervenire sempre! Lasciate fare qualche piccolo errore all’altro e dategli la possibilità di trovare la soluzione da solo; così prende fiducia in se stesso e nel suo lavoro.

Per evitare che l’intero percorso venga boicottato è fondamentale evitare di:

– Delegare un lavoro a una persona che non l’ha mai fatto, bisogna prima formarlo.

– Imporre un lavoro troppo difficile.

Delegare i casi urgenti.

Organizzare i compiti della famiglia affinché ciascuno possa sentirsi partecipe e, allo stesso tempo, avere più tempo libero è un lavoro inizialmente complesso ma che può portare benefici per tutti i componenti. Spesso si tende a sottovalutare il peso che il doppio lavoro (quello per il mercato del lavoro e quello domestico) può avere sul benessere fisico e psicologico di una donna. In questo modo si dimentica che la famiglia è come una squadra: si vince tutti insieme, o non si vince affatto.